Oggi se parla de Arabi e Franzosi.
Carlo Martello |
Tutto cominciò con gli arabi, quegli
arabi che in breve tempo avevano fagocitato l'intera penisola
iberica, quegli stessi che secondo Henri Pirenne avevano fatto
crollare il sistema del mondo antico, dividendo il mondo mediterraneo
dal resto d'Europa.
ʿAbd al-Raḥmān ibn ʿAbd Allāh al-Ghāfiqī, governatore di al –
Andalus, nell'anno 731 si spinse con le sue truppe in Francia. Non si
sa se si mosse di propria volontà o se venne chiamato da Oddone I,
duca d'Acquitania contro Carlo Martello, il maggiordomo di palazzo
dei sovrani Merovingi di Francia.
Le fonti ci dicono che una volta messo piede in territorio franco
questi arabi si abbandonarono al saccheggio e alle ruberie
(incendiarono ad esempio la città di Bourdeux e le sue chiese).
Devastarono il territorio fino alla città di Poitiers, lì
finalmente trovarono pane per i loro denti.
Carlo, detto successivamente Martello poichè aveva schiacciato e
respinto l'esercito musulmano come un martello, li attendeva con un
esercito di Franchi, Bavari e Sassoni a piedi e a cavallo.
La vittoria fu dalla parte dei franchi, in rotta gli arabi
sopravvissuti fuggirono.
Non si conoscono di preciso le perdite sappiamo però che furono
ingenti.
Nella
battaglia morì anche ʿAbd
al-Raḥmān ibn ʿAbd Allāh al-Ghāfiqī.
Immaginiamo
ora che la battaglia abbia un esito differente, inaspettato. La
cavalleria araba ha la meglio sull'esercito franco. L'esercito
cristiano si sfalda e fugge a rotta di collo per salvarsi. Carlo non
fa in tempo a ordinare la ritirata e perisce sotto le armi dei
musulmani.
Poitiers
è perduta. Tenta un'inutile difesa, ma nel giro di pochi giorni,
anche senza macchine d'assedio gli arabi irrompono e la devastano.
Accumulano grande bottino e si allontanano. Le porte della Francia
sono aperte, soprattutto a sud, nella Settimania, già conquistata
dagli arabi nel 719. Gli arabi si trovano in mano un territorio molto
esteso che va dal Mediterraneo fino all'Atlantico, ma anche in questo
caso puntare alla capitale Lutetia si rivela una mossa azzardata e
rischiosa. Lo sbocco naturale dell'invasione diventa allora l'Italia.
La penisola non è affatto uno stato unitario e organizzato, gli
arabi approfittano delle divisioni e penetrano in profondità
nell'entroterra italiano.
Il
primo popolo con cui si scontrano è quello dei Longobardi, i quali
si trovano al momento senza capo. Liutprando, il re, si trova a
Benevento, nel sud, per motivi politici.
Conquistata
la capitale Pavia i musulmani hanno davanti a loro una situazione che
ben conoscono. Malgrado in Italia esista un re, esistono anche tutta
una serie di poteri locali, più o meno influenti sul territorio, che
insidiano il potere regale e allo stesso tempo lo indeboliscono.
Nel
734, con l'arrivo di truppe fresche dalla Spagna, l'Italia centro
settentrionale, si può definire sottomessa e pacificata sotto un
unico governatore.
Dall'altra
parte del mare nel 717 la flotta araba viene distrutta nel secondo
assedio di Costantinopoli, ma le incursioni non cessano. Bisanzio non
riesce a controllare due fronti: si trova costretta ad abbandonare le
colonie italiane al loro destino.
Gli
arabi scendono fin nel Lazio. E' il 736 l'anno in cui i musulmano
entrano in Roma. Il papa Gregorio III non può più fare affidamento
sui Longobardi, men che meno sui franchi.
Da
Roma il passo è breve: i ducati di Spoleto e Benevento vengono
conquistati negli anni successivi , così la colonia bizantina di
Sicilia.
Da
Venezia si spostano lungo la penisola balcanica occupandola in parte,
chiudendo così l'accesso all'Adriatico via terra ai Bizantini.
Possiamo
affermare allora che attorno al 740 il Mediterraneo è letteralmente
un mare arabo.
L'impatto
di questa conquista senza precedenti è notevole. La chiesa cristiana
che si sta dibattendo tra scismi e divisioni viene spazzata via da
una religione nuova per l'Europa. Non ha possibilità di progredire
nella sede di Alessandria o di Antiochia, è semplicemente destinata
a sparire.
Costantinopoli
non è caduta, si erge ancora come baluardo culturale e religioso, ma
la sua fine si avvicina, molto prima del 1453.
Pochi
rifugi di civiltà europea rimangono al nord: forse Londra,
sicuramente Parigi, le antiche città romane Colonia e Treviri, e per
finire più ad oriente Kiev. Ma è difficile pensare che da queste
città possa nascere una rinascita culturale, civile e artistica. E'
ipotizzabile invece una regressione. Senza la direzione di un potere
religioso forte, come lo sarebbe stata la chiesa di Roma senza gli
arabi, le comunità di Celti, Sassoni, Variaghi ecc ritornano alle
loro antiche usanze, imbastardite ormai dai riti cristiani.
Si
vanno cos' ad evidenziare e delinearsi due mondi ben distinti: uno
arabo e musulmano, l'altro nordico e pagano.